Da un simpatico articolo della Repubblica, sulle nonne dell'era di Internet
Nonne 2.0
Si sentono giovani, sono allegre e bloggano tanto quanto lavorano a maglia. Raccontano il bello dell’età, i falsi stereotipi e come passare ai nipotini il loro senso della libertà
Bloggo, twitto, viaggio, vado in palestra e mangio fuori. Mi piace
vestirmi bene. Mi irrito facilmente con chiunque vuole sbarazzarsi di me
col Bingo o col poliestere solo perché ho compiuto 60 anni» (FeeTee).
«Non sono vecchia, sono una diciottenne con 47 anni di esperienza»
(harrigram). «Ho ascoltato qualcuno su Radio 4 dire: “Non finisci di
essere giovane perché sei diventato vecchio. Diventi vecchio perché hai
smesso di essere giovane”. Io mi sento meglio a 71 anni che a 50...
L’unica cosa che mi ricorda la mia età è quando i miei nipotini pensano
che non apprezzi le battute volgari - ma la mia testa non si è ristretta
con l’età» (greatnan).
Sono tre voci prese da Gransnet il social network più frequentato dalle nonne hip britanniche dove nei forum si chatta di cucina, sesso, politica, giochi per bambini e nuore difficili, e gli argomenti più caldi riguardano la dieta 5:2 (due giorni di digiuno su 7), gli incidenti del dating (uomini che orrore, parlano di problemi alla prostata al primo appuntamento) e i peggiori errori fashion da evitare (dagli uggs ai pantaloni di pelle). Oggi le voci delle “gransnetters” sono state raccolte in The New Granny Survival Guide: Everything ou Need To Know To Be The Best Gran (“La nuova guida per la sopravvivenza della nonna: tutto quello che devi sapere per essere la migliore”), con una prefazione della bellissima Janet Ellis, blogger, ex presentatrice di Blue Peter (una trasmissione per bambini) e nonna di tre nipotini. «Diventare nonna cambia le relazioni in famiglia nel giro di una notte», scrive.
Nel Regno Unito i nonni sono tanti e sono giovani: 14 milioni, di cui uno su dieci ha meno di 50 anni (questo a causa del numero di mamme teenager, il più alto in Europa) e la metà meno di 65. Alcuni di loro fanno parte di quella sandwich generation che non solo si prende cura dei nipotini sopperendo alle falle del welfare (accade a metà dei bimbi sotto i 10 anni), ma anche dei genitori anziani.
Non c’è da meravigliarsi se molte di loro vivono una nuova fase della vita che non è mai esistita prima. Sono in buona salute, affaccendate, spiritose, e twittano tanto quanto lavorano a maglia. Altro che infilare vestaglie e pantofole, le grannies hanno una vita sessuale attiva: «Quando ho festeggiato i miei 55 anni al lavoro una ragazza sui 20 anni mi ha chiesto a che età avessi smesso di fare sesso. Le ho risposto che gliel’avrei detto non appena l’avessi saputo», racconta Joan. E Susuecb, 58 anni: «Grazie a Dio per la terapia ormonale e la vita da pensionata: oggi è meglio che mai».
Ma perché mai le nonne moderne hanno bisogno di consigli? Non dovrebbero essere loro le esperte? Non proprio. Relazionarsi a una figlia è un conto, relazionarsi a una figlia che ha avuto un figlio, o peggio ancora una nuora, un altro. Le gerarchie sono cadute, la saggezza di ieri è la sciocchezza di oggi. Le intrusioni sono campi minati. «Mai mettersi contro lo stile genitoriale di mamma e papà, anche se non siete d’accordo», consigliano le “gransnetters”. Su religione e sesso soprattutto. Come si risponde a domande tipo: chi è Gesù o dove è andato il gatto che è morto? Le brave nonne anticipano momenti imbarazzanti chiedendo la versione dei genitori. Oppure prendete un argomento scottante come le morti in culla. Negli anni 60 i bambini si facevano dormire a pancia in giù. Poi si è scoperto che la posizione più sicura è sulla schiena. Un’altra scivolata evitabile è quella sul congedo di maternità: una volta le donne che tornavano a lavorare dopo un figlio erano una minoranza, oggi sono più della metà. Quindi mai criticare le scelte delle figlie (o delle nuore), neppure quando si disapprovano.
Anche in Italia non mancano le nonne blogger: dal blog della nonna Bruna (antiche ricette di torte e biscottini), a quello di nonna Sabbella (pillole di saggezza quotidiana), ma non abbiamo trovato un vero social network che le aggrega. Nel nostro paese gli over 65 sono circa 12 milioni, la media più alta di tutta Europa. «Ma non esistono dati precisi a livello nazionale sulla categoria dei nonni», spiega Cristiana Ottaviano, professore associato di Sociologia dei processi culturali all’Università di Bergamo, «perché in genere si fanno rientrare nella categoria generale degli anziani. Benché molti anziani non siano nonni, così come molti nonni non sono anziani».
Per colmare la lacuna Ottaviano ha fatto una ricerca qualitativa molto interessante sul territorio bergamasco coinvolgendo 1500 nonni da cui è nato il libro Ri-nascere: nonni e nonne domani. Legami intergenerazionali nella società complessa (Liguori), da cui è emerso che anche da noi la generazione che ha fatto il ’68 - la più scolarizzata, quella che ha cambiato il rapporto di coppia, la maniera di concepire l’educazione e così via - si è inventata anche una nuova maniera di fare il nonno. È d’accordo Marina Codecasa Cavallo, milanese, nonna di quattro nipotini. «Non mi sento vecchia e non mi sento votata alla nonnitudine. Mi rifiuto di andare ai giardinetti però al mare li ospito tutti e insegno loro a giocare a burraco, leggo con loro, me li porto alle mostre e al cinema. Mi piacciono molto i nipotini quando posso interloquire, ma non voglio fare la babysitter».
Forse è proprio questa la differenza più stridente dei nuovi ex sessantottini: «Si sentono molto “ancora” nella capacità di sostegno emotivo ma poco “faro” nel senso di trasmettitori di valori di vita del passato», dice Ottaviano. «Preferiscono testimoniare con l’esperienza diretta della loro vita e condividere il sapere in modo reciproco invece di trasmetterlo gerarchicamente».
Quel che è certo è che per i figli precari i nonni italiani sono una risorsa di tempo (sostituiscono l’asilo) e spesso anche economica (avendo goduto di stipendi fissi prima e ora di pensioni). Secondo Silvia Vegetti Finzi, autrice di Nuovi nonni per nuovi nipoti (Mondadori): «Sono veri e propri ammortizzatori sociali e stanno salvando l’Italia dalla rovina economica in cui sono finite per esempio migliaia di famiglie negli Stati Uniti all’inizio di questa recessione».
CON I NIPOTI SI PUÒ
1. I 15 cuscini sul divano servono alla costruzione della tana, non a farci sedere gli adulti.
2. Le buone maniere a tavola sono soggettive e sì, le dita fanno proprio lo stesso lavoro della forchetta.
3. Mettersi quei deliziosi stivali nuovi a letto va bene (ma non dirlo alla mamma)
4. Il cibo sulla testa è un fashion statement.
5. Se devi lavarti le mani, la ciotola di acqua del cane va bene quanto il lavandino. (Da The New Granny’s Survival Guide, ed. Vermillion)
QUELLO CHE GOOGLE NON SAPRÀ MAI FARE
Una volta i nonni erano depositari di saggezza ed esperienza. Consiglieri, alleati e amici. Il pulsante d’emergenza per soddisfare ogni (o quasi) tipo di curiosità. Avendo più tempo a disposizione dei genitori potevano insegnarti come si fa a costruire una casa coi mattoncini lego, stirare una camicia, cucire un bottone, cucinare un arrosto. Non più. Motivo? I contatti più scarsi con i nipoti, la lontananza geografica ma soprattutto la presenza ingombrante di Internet. Secondo un sondaggio britannico della società Dr Beckmann su 1500 nonni, i nipotini, che cominciano a smanettare su Ipad, smartphone e computer sin dai 3 anni, scelgono sempre di più Google, Wikipedia e YouTube per soddisfare in maniera istantanea qualsiasi dubbio. Infatti nove anziani su dieci raccontano che questa modalità è la differenza principale rispetto al rapporto che loro stessi avevano con i nonni. Due terzi poi dichiarano come il ruolo tradizionale è meno importante nella vita della famiglia contemporanea. Quello che il sondaggio non rivela è che Google, Wikipedia e YouTube sono assolutamente inutili quando c’è da prendere un bimbo dall’asilo o viziarlo con patatine e coca.
Sono tre voci prese da Gransnet il social network più frequentato dalle nonne hip britanniche dove nei forum si chatta di cucina, sesso, politica, giochi per bambini e nuore difficili, e gli argomenti più caldi riguardano la dieta 5:2 (due giorni di digiuno su 7), gli incidenti del dating (uomini che orrore, parlano di problemi alla prostata al primo appuntamento) e i peggiori errori fashion da evitare (dagli uggs ai pantaloni di pelle). Oggi le voci delle “gransnetters” sono state raccolte in The New Granny Survival Guide: Everything ou Need To Know To Be The Best Gran (“La nuova guida per la sopravvivenza della nonna: tutto quello che devi sapere per essere la migliore”), con una prefazione della bellissima Janet Ellis, blogger, ex presentatrice di Blue Peter (una trasmissione per bambini) e nonna di tre nipotini. «Diventare nonna cambia le relazioni in famiglia nel giro di una notte», scrive.
Nel Regno Unito i nonni sono tanti e sono giovani: 14 milioni, di cui uno su dieci ha meno di 50 anni (questo a causa del numero di mamme teenager, il più alto in Europa) e la metà meno di 65. Alcuni di loro fanno parte di quella sandwich generation che non solo si prende cura dei nipotini sopperendo alle falle del welfare (accade a metà dei bimbi sotto i 10 anni), ma anche dei genitori anziani.
Non c’è da meravigliarsi se molte di loro vivono una nuova fase della vita che non è mai esistita prima. Sono in buona salute, affaccendate, spiritose, e twittano tanto quanto lavorano a maglia. Altro che infilare vestaglie e pantofole, le grannies hanno una vita sessuale attiva: «Quando ho festeggiato i miei 55 anni al lavoro una ragazza sui 20 anni mi ha chiesto a che età avessi smesso di fare sesso. Le ho risposto che gliel’avrei detto non appena l’avessi saputo», racconta Joan. E Susuecb, 58 anni: «Grazie a Dio per la terapia ormonale e la vita da pensionata: oggi è meglio che mai».
Ma perché mai le nonne moderne hanno bisogno di consigli? Non dovrebbero essere loro le esperte? Non proprio. Relazionarsi a una figlia è un conto, relazionarsi a una figlia che ha avuto un figlio, o peggio ancora una nuora, un altro. Le gerarchie sono cadute, la saggezza di ieri è la sciocchezza di oggi. Le intrusioni sono campi minati. «Mai mettersi contro lo stile genitoriale di mamma e papà, anche se non siete d’accordo», consigliano le “gransnetters”. Su religione e sesso soprattutto. Come si risponde a domande tipo: chi è Gesù o dove è andato il gatto che è morto? Le brave nonne anticipano momenti imbarazzanti chiedendo la versione dei genitori. Oppure prendete un argomento scottante come le morti in culla. Negli anni 60 i bambini si facevano dormire a pancia in giù. Poi si è scoperto che la posizione più sicura è sulla schiena. Un’altra scivolata evitabile è quella sul congedo di maternità: una volta le donne che tornavano a lavorare dopo un figlio erano una minoranza, oggi sono più della metà. Quindi mai criticare le scelte delle figlie (o delle nuore), neppure quando si disapprovano.
Anche in Italia non mancano le nonne blogger: dal blog della nonna Bruna (antiche ricette di torte e biscottini), a quello di nonna Sabbella (pillole di saggezza quotidiana), ma non abbiamo trovato un vero social network che le aggrega. Nel nostro paese gli over 65 sono circa 12 milioni, la media più alta di tutta Europa. «Ma non esistono dati precisi a livello nazionale sulla categoria dei nonni», spiega Cristiana Ottaviano, professore associato di Sociologia dei processi culturali all’Università di Bergamo, «perché in genere si fanno rientrare nella categoria generale degli anziani. Benché molti anziani non siano nonni, così come molti nonni non sono anziani».
Per colmare la lacuna Ottaviano ha fatto una ricerca qualitativa molto interessante sul territorio bergamasco coinvolgendo 1500 nonni da cui è nato il libro Ri-nascere: nonni e nonne domani. Legami intergenerazionali nella società complessa (Liguori), da cui è emerso che anche da noi la generazione che ha fatto il ’68 - la più scolarizzata, quella che ha cambiato il rapporto di coppia, la maniera di concepire l’educazione e così via - si è inventata anche una nuova maniera di fare il nonno. È d’accordo Marina Codecasa Cavallo, milanese, nonna di quattro nipotini. «Non mi sento vecchia e non mi sento votata alla nonnitudine. Mi rifiuto di andare ai giardinetti però al mare li ospito tutti e insegno loro a giocare a burraco, leggo con loro, me li porto alle mostre e al cinema. Mi piacciono molto i nipotini quando posso interloquire, ma non voglio fare la babysitter».
Forse è proprio questa la differenza più stridente dei nuovi ex sessantottini: «Si sentono molto “ancora” nella capacità di sostegno emotivo ma poco “faro” nel senso di trasmettitori di valori di vita del passato», dice Ottaviano. «Preferiscono testimoniare con l’esperienza diretta della loro vita e condividere il sapere in modo reciproco invece di trasmetterlo gerarchicamente».
Quel che è certo è che per i figli precari i nonni italiani sono una risorsa di tempo (sostituiscono l’asilo) e spesso anche economica (avendo goduto di stipendi fissi prima e ora di pensioni). Secondo Silvia Vegetti Finzi, autrice di Nuovi nonni per nuovi nipoti (Mondadori): «Sono veri e propri ammortizzatori sociali e stanno salvando l’Italia dalla rovina economica in cui sono finite per esempio migliaia di famiglie negli Stati Uniti all’inizio di questa recessione».
CON I NIPOTI SI PUÒ
1. I 15 cuscini sul divano servono alla costruzione della tana, non a farci sedere gli adulti.
2. Le buone maniere a tavola sono soggettive e sì, le dita fanno proprio lo stesso lavoro della forchetta.
3. Mettersi quei deliziosi stivali nuovi a letto va bene (ma non dirlo alla mamma)
4. Il cibo sulla testa è un fashion statement.
5. Se devi lavarti le mani, la ciotola di acqua del cane va bene quanto il lavandino. (Da The New Granny’s Survival Guide, ed. Vermillion)
QUELLO CHE GOOGLE NON SAPRÀ MAI FARE
Una volta i nonni erano depositari di saggezza ed esperienza. Consiglieri, alleati e amici. Il pulsante d’emergenza per soddisfare ogni (o quasi) tipo di curiosità. Avendo più tempo a disposizione dei genitori potevano insegnarti come si fa a costruire una casa coi mattoncini lego, stirare una camicia, cucire un bottone, cucinare un arrosto. Non più. Motivo? I contatti più scarsi con i nipoti, la lontananza geografica ma soprattutto la presenza ingombrante di Internet. Secondo un sondaggio britannico della società Dr Beckmann su 1500 nonni, i nipotini, che cominciano a smanettare su Ipad, smartphone e computer sin dai 3 anni, scelgono sempre di più Google, Wikipedia e YouTube per soddisfare in maniera istantanea qualsiasi dubbio. Infatti nove anziani su dieci raccontano che questa modalità è la differenza principale rispetto al rapporto che loro stessi avevano con i nonni. Due terzi poi dichiarano come il ruolo tradizionale è meno importante nella vita della famiglia contemporanea. Quello che il sondaggio non rivela è che Google, Wikipedia e YouTube sono assolutamente inutili quando c’è da prendere un bimbo dall’asilo o viziarlo con patatine e coca.
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