lunedì 23 dicembre 2013

lunedì 2 dicembre 2013

Ricordi (vissuti) dei pranzi di Natale di un tempo



Tra Ieri e Oggi -  Ricordi (vissuti) dei pranzi di Natale di un tempo

Cosa si mangiava alle feste? Alcuni racconti riportati dei nonni, ci riportano indietro negli anni quando a Natale la magia del cenone era davvero speciale.


LA CENA DELLA VIGILIA DI NATALE
Brr … Che freddo! Siamo ben oltre la metà di dicembre. Natale è
vicino. Come i miei mi hanno insegnato da bambina,bisogna
incominciare a preparare per la Vigilia di Natale. Sì, la Vigilia di
Natale,no il cenone,ma proprio la vigilia. La sera prima di andare in
Chiesa a pregare per la venuta di Dio in terra dopo una intera
giornata di digiuno. Gli uomini di casa mettono al fuoco il tecchio
(il pezzo di tronco più grosso preparato proprio per l’occorrenza)
ed accudiscono il focolare che rimarrà acceso per tutta la notte. Le
donne ed i bambini preparano il pranzo. Al calar del sole tutti
rincasano e per le sei , sei e mezza la tavola è bella ed imbandita.
Incominciano le portate. Povere sì, ma quanto buone e gustose.
M E N U:
- Pasta (linguine) aglio – olio – peperoncino ed alici fritte
- Fagioli bianchi conditi con olio nuovo (crudo)
- Baccalà
- Stoccafisso con sugo e pizza scima (massa non lievitata impastata
con vino bianco,olio e sale)
- Verza bianca con fagioli borlotti e sarde fritte (foije – fasciule e
sardell fritte)
- Pesce fritto (alici e merluzzetti)
- Borragine fritte in pastella (acqua – farina e sale)
- Peperoni secchi fritti (interi)
- Cavolfiori fritti (lessati e bagnati in pastella)
- Crespelle
- Calcionetti e castagne
- Vino rosso cotto
Appena le undici di sera dopo la prima suonata di campane
(normalmente coincidente con la fine dell’allegra mangiata della
vigilia) in famiglia,ben coperti ed incappucciati,a piedi,ci si recava in
Chiesa per la Messa di mezzanotte.
Evelina De Francesco


IL PRANZO DI NATALE
La messa di mezzogiorno è finita. All’uscita tra amici e conoscenti in fretta noi donne ci scambiamo gli auguri di Natale e di corsa torniamo a casa. Il fuoco è acceso già dalla notte precedente e le pietanze preparate il giorno prima sono tutte pronte nelle varie pentole e tegami per finire la cottura ed essere poi gustate. All’una (ore tredici) quando tutti ragazzi ed adulti siamo a casa e tutto è pronto e fumante ci si siede a tavola ed incominciano le portate. Ma scusate c’è sul tavolo un piatto capovolto. E’ il piatto del capofamiglia. Sorpresa. Sollevando il piatto c’è una busta. E’ del più piccolo della famiglia. Viene letta ,è la lettera di Natale. Alla fine applauso e regalo.Be, è ora di pranzo. Via, si comincia.

Antipasto
- antipasto alla ripese: prosciutto,formaggio,lonza,sottaceti preparati in casa,olive.

Primi
- brodo di gallina con: cardo, polpettine di carne e polpettine di uova e formaggio (cacio e uova).
- rustico di cardo con: cardo,uova,parmigiano,polpettine di carne il tutto cotto al forno.
- pasta all’uovo alla chitarra al sugo di pomodoro con carne mista.
Carne
- Bistecche di maiale casereccio.
- Tacchino allevato in casa proprio per l’occorrenza.
- Pollo
Il tutto ben rosolato e cucinato al forno a legna accompagnato da pane sempre fatto in casa ed irrorato
da buon vino cotto.
Contorni e frutta
Insalata e patate al forno con frutta secca
Dolci
Non poteva mancare il dolce: piatti decorati con dentro un bel pezzo di torta (“La pizza doce” – pizza
ripiena a strati di crema bianca e crema al cioccolato) – calcionetti ripieni di marmellata d’uva e con
pasta di ceci al mostocotto e caffè.
Adina Angelucci


IL NATALE DI QUANDO ERO BAMBINA
Tanti anni fa il Natale era una festività molto sentita nelle famiglie specialmente per quanto riguarda il mangiare perché era quasi l’unico giorno in cui si mangiava in gran quantità.
Oggi non si avverte più tanto proprio perché si mangia sempre più di quanto necessario.
La Vigilia di Natale la mamma non preparava il pranzo, ma ci faceva mangiare la pizza bianca con la alici. La sera però si incominciava a cenare presto ed abbondantemente insieme ai nonni,gli zii e gli amici anche se la mia era una famiglia già numerosa: otto figli più uno che era figlio di mia zia (stava sempre con noi come se fosse un altro fratello). La cena era composta abitualmente dalla pasta con il tonno, la verdura con i fagioli, il baccalà al sugo, il baccalà fritto con la pastella, il capitone, le castagne lesse ed infine crespelle e calcioni fritti ripieni di marmellata d’uva. Dopo cena si giocava a tombola fino alle 23 ora in cui si andava tutti in Chiesa. Al ritorno si metteva la calza appesa al camino e l’indomani si trovava piena di mandarini,fichi secchi e qualche caramella. Un anno mio padre, siccome era falegname, riportò la segatura e scherzosamente la mise nella calza di mia sorella. L’indomani mia sorella trovò la segatura nella calza , accettò lo scherzo, ma ci rimase male perché non le toccarono mandarini e fichi. Per il giorno di Natale si uccideva il tacchino che,per pulirlo non si bagnava all’acqua bollente come si usa oggi,ma si legava il collo,si gonfiava con una cannuccia e si spiumava a freddo. Il pranzo di Natale era abbondante, si cominciava con l’antipasto tradizionale e si proseguiva con il brodo con il cardone,il lesso di tacchino,pasta alla chitarra con il ragù,il tacchino al forno e le costine di agnello impanate e fritte. Infine la frutta, le crespelle ed i calcioni. Alla fine del pranzo noi figli dovevamo ripetere la poesia natalizia in piedi sulla sedia con un premio di 50 lire.
Caterina Ianni

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