giovedì 21 novembre 2013

Dialogo tra una nonna Perfetta ed una Imperfetta.




Una nonna IMperfetta



nonna imperfetta.jpgDialogo immaginato ma reale tra una nonna Perfetta ed una Imperfetta.

P I nipoti ti ridanno la giovinezza
IM Col cavolo, i nipoti si prendono quel poco di giovinezza che ti è rimasta. E non sapevi ancora cosa fossero i dolori articolari, dopo qualche settimana di sollevamento/abbassamento di questo affascinante esserino di 10/12 chili lo scopri. E non è un bel scoprire!!

P Ai nipoti si vuole più bene che ai figli
IM Ma chi lo dice? Ma per quale motivo? Ma scusate non si era detto che l'amore non  si misura ma si distribuisce in parti uguali? E' vero, i nipoti sono piccoli cuccioli e  come tutti i cuccioli attirano tutte le nostre attenzioni, la nostra tenerezza, il nostro  amore. Però i nostri figli rimangono i nostri figli..... scusate! Li ricordiamo  perfettamente quando erano piccoli anche loro e al mare gli si contavano le  costoline tanto erano magri, li ricordiamo combattere per un buon voto o per un  esame, li ricordiamo quando erano diventati così bravi a fare la firma del papà da  non avere bisogno di giustificazioni per la scuola! E poi li abbiamo ancora  sott'occhio con i loro problemi, le loro felicità che sono anche nostri.

P I miei nipoti sono così avanti rispetto a noi!
IM Bella forza, sono nati 60 anni dopo! Avevamo forse noi le stesse possibilità, le  stesse disponibilità che hanno loro? Non è che a pensarci bene eravamo “avanti”  anche noi che pure non avevamo giocattoli, non avevamo televisione, non avevamo computer e non avevamo adulti a nostra disposizione h24?

P I miei nipoti sono molto educati
IM I miei sono abbastanza educati, o meglio i miei sono bambini! E come tutti i bambini  (esagero a dire “tutti”?) ridono se sentono parolacce (che naturalmente in futuro ripeteranno) trovano esaltanti rutti e … altro, a volte alzano le mani. Ovvio che  anche la nonna IMperfetta si dà un gran daffare per far capire ai suoi nipoti che tutto ciò è orribile ma a volte i risultati sono scarsi.

P I miei nipoti non sono affatto aggressivi però sanno difendersi.
IM E quindi? E quindi alzano le mani esattamente come i nipoti delle nonne IMperfette.  Figuratevi che mio nipote a due anni addirittura mordeva... E poi cosa vuol dire  “sanno difendersi”? Che sono autorizzati ad usare l'aggressività che è in loro solo in  alcuni casi? Tipo la guerra per portare la pace?

P Tutti i bambini oggi sono belli ma i miei nipoti sono bellissimi
IM Bè qui la nonna IMperfetta ha qualche tentennamento perché in fondo anche lei è d'accordo. O meglio lei vede benissimo che ci sono un sacco di altri bambini più  belli dei suoi nipoti però per lei i suoi sono veramente bellissimi! E poi sono così  intelligenti!!


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Chiunque puo' rivolgersi a noi per ricevere assistenza per se o per i propri familiari.
Offriamo, infatti, interventi personalizzati di assistenza e collaborazione domestica, tra cui:

Visite specialistiche
Assistenza familiare (badanti)
 Baby Sitter
Pulizie domestiche e aziendali
Accompagnamento visite mediche
Trasporto infermi
Corsi di Formazione
Ecc..

Progetto Famiglia con il suo team di esperti, ascolta il bisogno della famiglia e costruisce con lei il servizio piu' adeguato alle sue esigenze.

Dalla cura dell'anziano o disabile con personale qualificato, alla realizzazione di percorsi di sostegno psico-sociale e di integrazione con i servizi del territorio.

Ma non solo: organizziamo percorsi di tutoraggio e formazione per assistenti familiari (badanti) con l'obiettivo di fornire loro conoscenze di base sulle metodologie e le abilita' per svolgere al meglio le mansioni di cura e assistenza a persone anziane o disabili.






mercoledì 20 novembre 2013

Regione Lombardia - Aiuto economico alle famiglie

Un sostegno concreto per i genitori separati in gravi difficoltà economiche

Regione Lombardia ha stanziato risorse aggiuntive per un milione di euro a favore dei genitori separati con figli minori e, in particolare, a coloro che vivono una situazione di fragilità e difficoltà economica e sociale. Si può presentare la domanda rivolgendosi ai consultori che aderiscono all’iniziativa.

Con la delibera n. 681 del 13 settembre 2013, Regione Lombardia ha stanziato risorse aggiuntive di 1 milione di euro per i genitori separati con figli minori.

Il provvedimento della Giunta regionale intende sostenere, con opportuni interventi, i genitori separati legalmente o in fase di separazione e con figli minori, al fine di tutelare il diritto del minore ad una crescita armonica e serena, di accompagnare i genitori nella ridefinizione del loro ruolo genitoriale nella fase di separazione e di sostenere, anche economicamente, il genitore separato legalmente da non più di tre anni, che a seguito della separazione si trova in una situazione di disagio economico, comprovato in base ai criteri di seguito indicati, definendo inoltre il ruolo dei soggetti pubblici e privati coinvolti.

I destinatari
Sono destinatari del contributo:
- Il genitore con uno o più figli minori, separato legalmente da non oltre tre anni, che si trova, in seguito alla separazione, in situazione di grave e comprovato disagio economico: possibilità di accedere al contributo economico
- le famiglie in fase di separazione, separate o divorziate, relativamente agli interventi di sostegno erogati nell’ambito delle attività consultoriali

Per richiedere il contributo, Il genitore del figlio minore deve trovarsi nella condizione di una Separazione legale ed effettiva da non più di tre anni; essere residente il Lombardia da almeno 5 anni; essere in una condizione di disagio dimostrato attraverso attestazione ISEE; avere sottoscritto un patto di corresponsabilità.

La domanda
La domanda di accesso al contributo deve essere presentata, nella Asl di residenza, presso il Consultorio pubblico, o privato accreditato e a contratto che ha manifestato presso la Asl competente l’adesione all’iniziativa.

Il sostegno economico massimo per l’anno 2013 ammonta a € 2.400 per persona. Tale importo verrà erogato attraverso un contributo mensile di € 400 per una durata massima di 6 mesi nell’anno 2013. Il contributo mensile verrà accreditato su carta di debito prepagata.

Per maggiori informazioni ci si può rivolgere ai consultori aderenti all'iniziativa.
TIPOLOGIA: Agevolazioni
SCADENZA: Ad esaurimento fondi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 15-07-2013
STATO: Aperto

mercoledì 13 novembre 2013

Prendere esempio dagli anziani, la ricetta della Longevità

Prendere esempio dagli anziani, o meglio dai super anziani



La piramide della salute


Non siamo propriamente come il Giappone o alcune tribù africane, dove gli anziani sono considerati i detentori della cultura e delle tradizioni. Possiamo interrogarci sugli aspetti sociologici e capire il perché ma rimane evidente che da una certa età gli anziani sembrano perdere l’autorità e la credibilità per dirci cosa è giusto e cosa non lo sia.
Tuttavia, oggi con questo breve articolo ti spiego perché sia necessario prendere a modello gli anziani e riguardo a cosa.
Molte persone, tra cui ahime anche medici, dicono cosa fare per star bene, ma poi conducono una vita sregolata, mangiano male, fumano, bevono superalcolici ecc.
Sono queste le persone a cui dobbiamo credere?
Non so a te, ma per me il proverbio “predica bene e razzola male” è molto significativo. I grandi della storia, da Gesù a Madre Teresa, ci hanno insegnato che non è sufficiente predicare, ma è necessario dare un esempio concreto.
Dunque se aspiri a vivere a lungo e in salute, devi prendere esempio da qualcuno che è vissuto a lungo a sufficienza da poterti ispirare.
Nel mondo ci sono stati solo 800 supercentenari, persone che raggiungono i 110 anni di vita e solo 1 su 15 dei supercentenari arriva a 114 anni.
Le informazioni sono tratte dal Libro Energy di Roberto Re e Roy Martina, ma si possono trovare anche in un video molto esaustivo pubblicato su TED di Dan Butter, eploratore e scrittore del Natural Geographic .
Dan Butter conferma che la nostra longevità dipende da due fattori: fattori genetici e stile di vita.
Nel suo speech egli afferma che con tanti modelli è difficile scegliere a chi credere ma continuando dice che nel mondo ci sono 4 aree dove la longevità è più alta.

2 Miti da sfatare

MITO 1: Se ti impegni puoi vivere a lungo
Falso: 1 americano su 5000 arriva a 100 anni. Il problema è che non siamo programmati per vivere a lung

Mito 2: Ci sono dei trattamenti che possono rallentare l’invecchiamento
Falso: nel nostro corpo abbiamo 35000 miliardi di cellule, che ogni 8 anni si sostituiscono con altre. Ogni volta però avviene qualche danno. È un po’ come quando ai tempi delle cassette, facevamo copie che passavamo in giro. A un certo livello della catena, l’audio della cassetta era davvero di bassa qualità.
La cosa migliore che si possa fare è concentrarsi e prendere esempio da quelle popolazioni che vivono a lungo.

Dove si vive più a lungo nel mondo

Ci sono 4 posti nel mondo, dove le persone vivono più a lungo. Sono definite da Dan come Zone Blu (Blue Zone)
  • Loma (California)
  • Costa Rica
  • Sardegna (qui in Italia)
  • Okinawa (Giappone)


Dove si vive di più in Italia

Troviamo una zona blue, vicino all’area di Nuoro in Sardegna dove troviamo 10 volte il numero di centenari che ci sono in America e questa è una zona dove gli anziani dimostrano una straordinaria forza.

Centenari che vanno in motorino, spaccano legna, battono giovani a braccio di ferro :)
Hanno una dieta basata principalmente sulle verdure, pane non lievitato, chiamato carta musica fatto con grano duro, un formaggio altissimo di Omega-3, e il Cannonau,  un vino che ha 3 volte il livello di polifenoli contenuti negli altri vini. Ma la cosa più importante, prosegue Dan Buettner, è che hanno un organizzazione sociale che mette al centro gli anziani.
La seconda zona blue è trovata nei pressi di Okinawa, in Giappone dove la popolazione, soprattutto femminile, ha un’aspettativa alta di vita. Loro vivono a lungo, si addormentano velocemente e dimostrano solo 1/5 delle malattie quali cancro al seno e al colon.
Hanno una dieta basata su verdure e mangiano 8 volte la quantità di tofu che viene mangiata dagli americani. Ma soprattutto mangiano meno usando piatti più piccoli. Come in Sardegna, anche in Giappone, gli anziani hanno un posto d’onore e hanno moltissimi amici, cosa che li rende meno inclini a soffrire di solitudine.

IKIGAI, lo scopo della vita

“Qual è lo scopo della tua esistenza?”, chiedeva Dan a gli ultra centenari. Per tutti era l’assoluta necessita di doversi alzare al mattino per fare qualcosa.
Un’altra zona blue è stata trovata in California. Le persone che vivevano di più avevano una dieta basata su ciò che era indicato sulla Bibbia: Genesi capitolo 1 versetto 29 dove si parla di legumi, semi e piante verdi.
Le persone qui, hanno abitudini vincenti. (Vediamo ancora una volta quanto le abitudini siano fondamentali regolatrici di tutta la nostra esistenza e del nostro successo personale)
Ellsworth Whaream, è un multimilionario di 97anni. Quando un’azienda costruttrice gli chiese 6000 euro per fare una recinzione, gli ha risposto che se la poteva fare da solo gratuitamente.
Così per 3 giorni si mise a lavorare impastando cemento e piantando pali tutt’attorno e il 4 giorno finì in una sala operatoria come probabilmente era ipotizzabile, ma ci finì in qualità di chirurgo per svolgere una operazione a cuore aperto!  :)
All’età di 97 anni esegue 20 operazioni a cuore aperto al mese!
Ed Rawlings, 103 anni un cowboy che inizia la sua giornata con una nuotata e pratica di tanto in tanto sci nautico,

La ricetta della longevità

Dai suoi studi per il National Geographic, Dan Buettner, concluse che:
  1. Nessun individuo faceva esercizio fisico sportivo, ma tutti avevano impostato la propria vita con attività che necessitavano di movimento fisico. Considera che in Giappone sono seduti per terra e si alzano e si siedono almeno 40 volte al giorno.
  2. Hanno tutti uno scopo nella vita e hanno vita spirituale
  3. Mangiano meno, mangiano a base di verdura, semi e legumi e bevono vino (rosso)
  4. Amano i propri figli, vivono in comunità circondandosi delle persone giuste. Sei tuoi 3 migliori amici sono obesi, ci saranno alte opportunità che anche tu sia obeso.

mercoledì 6 novembre 2013

La solitudine di figli e anziani

La solitudine di anziani e familiari 

 «Il gran problema dei suoi genitori es la soleità». Così la badante ha sintetizzato, nella categoria della solitudine, il tratto più paradossale e inatteso degli anziani in questa società massificata.
Ma alla solitudine dell’anziano si accompagna la “soleità” di noi figli: smarriti nella scoperta improvvisa di doverci occupare di genitori non più autonomi. E tutto ciò proprio in una età in cui incominciano i primi acciacchi e, al tempo stesso, maturano le esperienze professionali che divorano tempo ed energie.
Ho accompagnato mia madre al pronto soccorso e ho ricevuto i rimbrotti di un medico trentenne, perché «non si possono lasciare da soli a questa età». Il panico mi ha preso allo stomaco e si mescola al senso di colpa: “Forse dovrei seguirli più da vicino?”. Poi sorgono i dubbi: “Ma non posso fare a meno di lavorare!”, e “Ho già i miei problemi, non ho abbastanza energie per farmi carico di altre vite”. Ma i dubbi sono anche più seri: “Seppure volessi curarmi di loro, non ne sarei capace”. E ancora: “Non ho mai avuto con i miei genitori l’intimità o il distacco necessari per accudirli!
Gli anziani spesso costruiscono attorno alla loro vecchiaia una fortezza invalicabile. Nemmeno quando la loro capacità di scegliere, di decidere, di valutare è venuta meno, si ha facilmente accesso al loro mondo. Si ricorre allora al/alla badante, perché il lavoro, lo slittamento continuo del termine per il pensionamento, l’atomizzazione della famiglia, l’incapacità, non permettono altra scelta. La badante, introdotta talvolta sotto falso ruolo nella vita degli anziani (donna delle pulizie, stiratrice, ecc.), sta con loro più di quanto noi figli siamo riusciti a stare in tanti anni.
E succede che…la badante conosce la casa, previene le esigenze e i miei genitori, che non hanno mai ceduto a nessuno il controllo delle proprie vite, accettano il suo intervento sui vestiti, sul cibo, sulle medicine.


La relazione tra i miei genitori e la badante è diventata di tiepida fiducia. Lei lavora tantissimo: interpreta diversi ruoli, argina il disagio, si inventa soluzioni.
Noi figli ci occupiamo dei genitori solo a distanza. Telefoniamo, prendiamo appuntamenti con i medici, ritiriamo certificati.
Mentre svolgiamo queste incombenze, capita di incontrare altri figli che fanno le stesse cose. Ma non parliamo, non scambiamo idee. Non esiste un “Comitato-figli-anziani-di-genitori-anziani”, un’associazione che si potrebbe chiamare “Pane e latte”, come quando i bambini erano piccoli – tanto il cibo non è poi così diverso.
Comincio a vedere come in uno specchio la mia “soleità” futura e mi chiedo: “Ci saranno ancora risorse per gli anziani? Il sistema che garantisce ai nostri genitori servizi e sussidi si sta sgretolando. Lavoreremo di più, ci cureremo di meno?” E se riscoprissimo per tempo la condivisione dei problemi e delle risorse? È proprio necessario che ognuno viva in solitudine nel suo piccolo appartamento, con la propria badante, il suo bagno male attrezzato, le barriere architettoniche che rendono una passeggiata nel cortile più complicata di una spedizione in alta montagna?




http://www.progettofamiglianetwork.it/immagini/sostituzione-badante.jpg

Disponete gia' di una badante convivente ma desiderate che venga sostituita nei giorni di riposo o aiutata in alcuni momenti del giorno?

Progetto Famiglia Network risponde perfettamente alle vostre esigenze!

Grazie alla flessibilita' dei nostri servizi, possiamo affiancare in alcuni momenti la vostra badante con una nostra operatrice, in modo da aiutarla ad effettuare quelle operazioni che da sola non riuscirebbe ad affrontare, come ad esempio l'igiene personale, l'alzata e la messa a letto.
In caso di assenza invece per riposo settimanale, ferie o malattia, risolviamo tranquillamente il vostro problema.

domenica 3 novembre 2013

I bimbi piccoli e la velocità di apprendimento

La velocità e l’apparente facilità con cui i bambini piccoli imparano le basi di una lingua stupisce da sempre genitori scienziati, infatti comunemente si pensa che l’apprendimento del linguaggio complesso sia prerogativa degli adulti.
Tuttavia, un gruppo di ricercatrici del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Leipzig hanno scoperto che i neonati con meno di tre mesi di vita sono in grado di estrarre e apprendere automaticamente regole complesse dalla lingua parlata; compito che agli adulti riuscirebbe solo grazie a un processo di ricerca e riconoscimento attivo.


Jutta Mueller, Angela D. Friederici and Claudia Maennel hanno fatto ascoltare a dei neonati per 20 minuti un flusso di sillabe mentre misuravano le risposte cerebrali dei bambini con EEG. Le coppie di sillabe comparivano insieme, ma erano separate da una terza sillaba; questa dipendenza (dependency) tra le sillabe non contigue sarebbe tipica nelle lingue naturali e si ritrova in molte costruzioni grammaticali.

Le misurazioni EEG hanno dimostrato che i bambini erano in grado di riconoscere la violazione delle regole quando la combinazione si presentava con una sillaba “fuori posto”; inoltre, gli scienziati hanno, di tanto in tanto, variato il tono di una sillaba con un tono più alto con un risultato interessante: solo quei bambini il cui cervello ha reagito ai cambiamenti di frequenza del suono erano in grado di rilevare la dipendenze tra le sillabe.



Quando gli adulti affrontano la stesso compito dimostrano di reagire alle violazioni delle regole solo quando gli si chiede di cercare esplicitamente le dipendenze tra le sillabe; particolarmente interessante secondo i ricercatori sarebbe il fatto che gli adulti che hanno dimostrato l’apprendimento della regola hanno anche mostrato una forte risposta cerebrale ai cambiamenti di tono. Mueller e i suoi colleghi concludono che, evidentemente, la capacità di riconoscimento automatico si perde dopo la prima infanzia.

Questi risultati non solo possono aiutare a comprendere in che modo i bambini riescano a imparare una lingua così rapidamente durante il primo sviluppo, ma mettono in evidenza anche un forte legame tra capacità uditive di base e capacità di apprendimento di regole sofisticate. Gli scienziati stanno ora indagando se nei bambini che hanno mostrato differenze in risposta ai cambiamenti di tonalità e nella capacità di apprendimento delle regole siano riscontrabili effetti a lungo termine sullo sviluppo del linguaggio.


















La progettazione e gestione di servizi socio-educativi e di aggregazione, rivolti soprattutto a minori e giovani, e' uno dei capisaldi della cooperativa.

Nelle attivita' educative Progetto Famiglia lavora secondo una prospettiva che tende a prevenire/ contrastare il disagio e a promuovere l'agio con l'obiettivo fondamentale di favorire l'autonomia e il benessere dei bambini e dei ragazzi attraverso varie tipologie di strumenti.

Offriamo una molteplicita' di servizi attraverso un gruppo di professionisti ( educatori, psicologi, animatori, pedagogisti, oss...) che operano stabilmente in gruppo per garantire un approccio multi professionale ed integrato nei diversi interventi, consentire il confronto e favorire la ricerca costante di nuove metodologie.
Le tipologie di attivita' socio-educative di Progetto Famiglia possono essere cosi' sintetizzate:




ATTIVITA' INTEGRATIVE POMERIDIANE

E' un momento scolastico in cui vengono proposti laboratori, giochi e attivita' varie. E' previsto anche un rinforzo didattico che si concretizza nell'aiuto allo svolgimento dei compiti scolastici.

CENTRI RICREATIVI ESTIVI

Un servizio rivolto ai minori dai 3 ai 14 anni per una "allegra vacanza" nel contesto urbano della propria citta'. Un'importante esperienza formativa dove convivono divertimento, socialita', amicizia, stimoli alla creativita' ed all'autonomia. Grandi giochi, divertenti laboratori creativi e di manipolazione, appassionanti gite in parchi di divertimento ed escursioni sul territorio, piacevoli giornate in piscina e avventurosi soggiorni trekking in localita' alpine completeranno un'appassionante vacanza ricca di fascino e di emozioni.

BABY PARKING / MICRONIDO

Per rispondere ai bisogni dei bambini di eta' compresa tra i 6 mesi e i 3 anni svolgiamo un servizio di assistenza e di animazione con attivita' ludiche e manipolative all'interno di strutture pubbliche e private.

SPAZIO BIMBI

Aree e spazi strutturati con giochi, video, animazioni all'interno di Centri Commerciali e Aziende come servizio di assistenza a minori in supporto ai clienti.

SERVIZIO DI ASSISTENZA NELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE

Servizio strutturato per minori portatori di handicap o in situazioni di difficolta' e disagio. Il nostro servizio prevede di aiutare, stimolare ed arricchire il percorso evolutivo dei singoli casi. Vengono cosi' studiati e stesi programmi mirati per raggiungere gli obiettivi prefissati: autonomia ed integrazione.






venerdì 1 novembre 2013

Le nonne dell'era di Internet

Da un simpatico articolo della Repubblica, sulle nonne dell'era di Internet

Nonne 2.0

Si sentono giovani, sono allegre e bloggano tanto quanto lavorano a maglia. Raccontano il bello dell’età, i falsi stereotipi e come passare ai nipotini il loro senso della libertà
di Mara Accettura
Nonne 2.0
Bloggo, twitto, viaggio, vado in palestra e mangio fuori. Mi piace vestirmi bene. Mi irrito facilmente con chiunque vuole sbarazzarsi di me col Bingo o col poliestere solo perché ho compiuto 60 anni» (FeeTee). «Non sono vecchia, sono una diciottenne con 47 anni di esperienza» (harrigram). «Ho ascoltato qualcuno su Radio 4 dire: “Non finisci di essere giovane perché sei diventato vecchio. Diventi vecchio perché hai smesso di essere giovane”. Io mi sento meglio a 71 anni che a 50... L’unica cosa che mi ricorda la mia età è quando i miei nipotini pensano che non apprezzi le battute volgari - ma la mia testa non si è ristretta con l’età» (greatnan).
Sono tre voci prese da Gransnet il social network più frequentato dalle nonne hip britanniche dove nei forum si chatta di cucina, sesso, politica, giochi per bambini e nuore difficili, e gli argomenti più caldi riguardano la dieta 5:2 (due giorni di digiuno su 7), gli incidenti del dating (uomini che orrore, parlano di problemi alla prostata al primo appuntamento) e i peggiori errori fashion da evitare (dagli uggs ai pantaloni di pelle). Oggi le voci delle “gransnetters” sono state raccolte in The New Granny Survival Guide: Everything ou Need To Know To Be The Best Gran (“La nuova guida per la sopravvivenza della nonna: tutto quello che devi sapere per essere la migliore”), con una prefazione della bellissima Janet Ellis, blogger, ex presentatrice di Blue Peter (una trasmissione per bambini) e nonna di tre nipotini. «Diventare nonna cambia le relazioni in famiglia nel giro di una notte», scrive.

Nel Regno Unito i nonni sono tanti e sono giovani: 14 milioni, di cui uno su dieci ha meno di 50 anni (questo a causa del numero di mamme teenager, il più alto in Europa) e la metà meno di 65. Alcuni di loro fanno parte di quella sandwich generation che non solo si prende cura dei nipotini sopperendo alle falle del welfare (accade a metà dei bimbi sotto i 10 anni), ma anche dei genitori anziani.
Non c’è da meravigliarsi se molte di loro vivono una nuova fase della vita che non è mai esistita prima. Sono in buona salute, affaccendate, spiritose, e twittano tanto quanto lavorano a maglia. Altro che infilare vestaglie e pantofole, le grannies hanno una vita sessuale attiva: «Quando ho festeggiato i miei 55 anni al lavoro una ragazza sui 20 anni mi ha chiesto a che età avessi smesso di fare sesso. Le ho risposto che gliel’avrei detto non appena l’avessi saputo», racconta Joan. E Susuecb, 58 anni: «Grazie a Dio per la terapia ormonale e la vita da pensionata: oggi è meglio che mai».
Nonne 2.0
Janet Ellis, ex presentatrice tv, tre nipotini, simbolo
della nonna cool inglese
Ma perché mai le nonne moderne hanno bisogno di consigli? Non dovrebbero essere loro le esperte? Non proprio. Relazionarsi a una figlia è un conto, relazionarsi a una figlia che ha avuto un figlio, o peggio ancora una nuora, un altro. Le gerarchie sono cadute, la saggezza di ieri è la sciocchezza di oggi. Le intrusioni sono campi minati. «Mai mettersi contro lo stile genitoriale di mamma e papà, anche se non siete d’accordo», consigliano le “gransnetters”. Su religione e sesso soprattutto. Come si risponde a domande tipo: chi è Gesù o dove è andato il gatto che è morto? Le brave nonne anticipano momenti imbarazzanti chiedendo la versione dei genitori. Oppure prendete un argomento scottante come le morti in culla. Negli anni 60 i bambini si facevano dormire a pancia in giù. Poi si è scoperto che la posizione più sicura è sulla schiena. Un’altra scivolata evitabile è quella sul congedo di maternità: una volta le donne che tornavano a lavorare dopo un figlio erano una minoranza, oggi sono più della metà. Quindi mai criticare le scelte delle figlie (o delle nuore), neppure quando si disapprovano.

Anche in Italia non mancano le nonne blogger: dal blog della nonna Bruna (antiche ricette di torte e biscottini), a quello di nonna Sabbella (pillole di saggezza quotidiana), ma non abbiamo trovato un vero social network che le aggrega. Nel nostro paese gli over 65 sono circa 12 milioni, la media più alta di tutta Europa. «Ma non esistono dati precisi a livello nazionale sulla categoria dei nonni», spiega Cristiana Ottaviano, professore associato di Sociologia dei processi culturali all’Università di Bergamo, «perché in genere si fanno rientrare nella categoria generale degli anziani. Benché molti anziani non siano nonni, così come molti nonni non sono anziani».
Per colmare la lacuna Ottaviano ha fatto una ricerca qualitativa molto interessante sul territorio bergamasco coinvolgendo 1500 nonni da cui è nato il libro Ri-nascere: nonni e nonne domani. Legami intergenerazionali nella società complessa (Liguori), da cui è emerso che anche da noi la generazione che ha fatto il ’68 - la più scolarizzata, quella che ha cambiato il rapporto di coppia, la maniera di concepire l’educazione e così via - si è inventata anche una nuova maniera di fare il nonno. È d’accordo Marina Codecasa Cavallo, milanese, nonna di quattro nipotini. «Non mi sento vecchia e non mi sento votata alla nonnitudine. Mi rifiuto di andare ai giardinetti però al mare li ospito tutti e insegno loro a giocare a burraco, leggo con loro, me li porto alle mostre e al cinema. Mi piacciono molto i nipotini quando posso interloquire, ma non voglio fare la babysitter».
Forse è proprio questa la differenza più stridente dei nuovi ex sessantottini: «Si sentono molto “ancora” nella capacità di sostegno emotivo ma poco “faro” nel senso di trasmettitori di valori di vita del passato», dice Ottaviano. «Preferiscono testimoniare con l’esperienza diretta della loro vita e condividere il sapere in modo reciproco invece di trasmetterlo gerarchicamente».
Quel che è certo è che per i figli precari i nonni italiani sono una risorsa di tempo (sostituiscono l’asilo) e spesso anche economica (avendo goduto di stipendi fissi prima e ora di pensioni). Secondo Silvia Vegetti Finzi, autrice di Nuovi nonni per nuovi nipoti (Mondadori): «Sono veri e propri ammortizzatori sociali e stanno salvando l’Italia dalla rovina economica in cui sono finite per esempio migliaia di famiglie negli Stati Uniti all’inizio di questa recessione».

Nonne 2.0
CON I NIPOTI SI PUÒ

1. I 15 cuscini sul divano servono alla costruzione della tana, non a farci sedere gli adulti.
2. Le buone maniere a tavola sono soggettive e sì, le dita fanno proprio lo stesso lavoro della forchetta.
3. Mettersi quei deliziosi stivali nuovi a letto va bene (ma non dirlo alla mamma)
4. Il cibo sulla testa è un fashion statement.
5. Se devi lavarti le mani, la ciotola di acqua del cane va bene quanto il lavandino. (Da The New Granny’s Survival Guide, ed. Vermillion)

QUELLO CHE GOOGLE NON SAPRÀ MAI FARE
Una volta i nonni erano depositari di saggezza ed esperienza. Consiglieri, alleati e amici. Il pulsante d’emergenza per soddisfare ogni (o quasi) tipo di curiosità. Avendo più tempo a disposizione dei genitori potevano insegnarti come si fa a costruire una casa coi mattoncini lego, stirare una camicia, cucire un bottone, cucinare un arrosto. Non più. Motivo? I contatti più scarsi con i nipoti, la lontananza geografica ma soprattutto la presenza ingombrante di Internet. Secondo un sondaggio britannico della società Dr Beckmann su 1500 nonni, i nipotini, che cominciano a smanettare su Ipad, smartphone e computer sin dai 3 anni, scelgono sempre di più Google, Wikipedia e YouTube per soddisfare in maniera istantanea qualsiasi dubbio. Infatti nove anziani su dieci raccontano che questa modalità è la differenza principale rispetto al rapporto che loro stessi avevano con i nonni. Due terzi poi dichiarano come il ruolo tradizionale è meno importante nella vita della famiglia contemporanea. Quello che il sondaggio non rivela è che Google, Wikipedia e YouTube sono assolutamente inutili quando c’è da prendere un bimbo dall’asilo o viziarlo con patatine e coca.

Sport e terza età


Sport e terza età

Sport e terza età



I dati forniti dall'Istat sull'invecchiamento della popolazione italiana, mostrano con una proiezione al 2020, come la percentuale degli ultra sessantacinquenni dall'attuale 18%, quasi 10 milioni, passerà al 23% della popolazione italiana.
Il processo di invecchiamento ha ancora molti lati oscuri e numerose sono le teorie che cercano di dare una spiegazione scientifica a questo processo. Per alcuni esperti di genetica l'invecchiamento è un processo predeterminato geneticamente; per altri l'invecchiamento è causato da errori di duplicazione del DNA, che aumentano esponenzialmente nel tempo. Altri studiosi invece credono che il processo di invecchiamento sia collegato alla capacità di risposta e di efficienza del sistema immunitario. Con il passare del tempo si è notato anche come le persone invecchiano in maniera differente tra loro, arrivando a determinare il concetto di età biologica ed età cronologica (anagrafica). Sulla base di questo concetto si possono distinguere due tipi di invecchiamento:

Sport e terza età Invecchiamento naturale, dovuto a variazioni graduali e fisiologiche che riducono progressivamente le capacità di adattamento dell'anziano (in questo caso età biologica ed età anagrafica coincidono)

Invecchiamento precoce, dovuto a fattori genetici, a condizioni di vita sfavorevoli, a lavori usuranti, a errori alimentari, all'abuso di alcool, ecc. (in questo caso l'età biologica supera quella cronologica)

Nonostante le tesi sulle cause dell'invecchiamento siano ancora discordanti, sono certi invece determinati mutamenti fisiologici, primo fra tutti quello cerebrale. Il cervello, che raggiunge nell'uomo il suo massimo volume e peso intorno ai 25 anni circa, regredisce più o meno velocemente con l'avanzare dell'età, fino al 10% del suo volume iniziale. Questa riduzione porta parallelamente ad una degenerazione con conseguente sfoltimento dei neuroni cerebrali.
Esami istologici hanno messo in evidenza questa degenerazione a un insieme di azioni involutive riconosciute come: diminuzione del peso e del volume del cervello, variazione dei neuroni, perdita dei dendriti, aumento dei solchi e dei ventricoli, presenza di placche senili, deposito amiloide, alterazioni capillari, presenza della degenerazione neurofibrillare. L'incapacità del cervello a supportare l'attività di neurotrasmissione produce una serie di ripercussioni negative sull'organismo. La neurotrasmissione si abbassa contemporaneamente all'attività elettrica del cervello. Un aspetto strettamente legato alla riduzione della trasmissione neuronale è quello della diminuzione della forza muscolare. L'invecchiamento evidenzia questa caratteristica, dovuta maggiormente all'ipotonicità dei muscoli con conseguenti problemi posturali, articolari e di consistenza della matrice ossea. Dell'ipotonia muscolare ne risente anche l'apparato respiratorio a causa di una minore espansione toracica con conseguente riduzione del volume respiratorio, a discapito di tutti i tessuti che richiedono ossigeno per la loro attività metabolica.
Andiamo ora ad analizzare i parametri importantissimi nell'attività fisica come forza, potenza e velocità.
Grimby e Saltin dimostrarono che la forza muscolare, sia statica che dinamica, diminuisce leggermente fino ai 45 anni e da questo periodo in poi cala del 5% per ogni decade cosi che, a 65 anni la riduzione della forza risulta essere del 25% circa. La principale causa del decadimento muscolare nell'anziano era determinata da una riduzione della massa muscolare di tipo quantitativo e non qualitativo. Altri studiosi hanno confermato questa teoria, analizzando il numero di fibre del vasto laterale in cadaveri. Dimostrarono che nell'arco della vita, dai 20 agli 80 anni, si ha una riduzione dell'area muscolare del 40%.
Per quanto riguarda la velocità nel 1990 Klitgaard e collaboratori dimostrarono una maggiore velocità di movimento in anziani che praticavano un regolare allenamento di forza con pesi rispetto a soggetti sedentari della stessa età e rispetto ad anziani nuotatori e corridori. Gli autori hanno messo in relazione questa riduzione della velocità alle differenze nella distribuzione nei vari tipi di fibre e alla composizione delle catene pesanti della miosina. È stato osservato in un gruppo di anziani non praticanti esercizio fisico, nei nuotatori e nei corridori, un più alto contenuto di miosina e tropomiosina lenta, rispetto a coloro che avevano eseguito un allenamento di forza. Questo studio trasversale mostra come un regolare allenamento della forza, durante l'invecchiamento, possa contribuire al mantenimento delle caratteristiche morfo-funzionali delle fibre veloci del muscolo.
Nel 1992 Skelton e collaboratori dimostrarono come nell'arco di tempo che va dai 65 agli 84 anni, sia negli uomini che nelle donne, si assiste ad un decadimento della potenza di circa il 3,5% per ogni anno di età. Gli stessi autori in uno studio più recente hanno dimostrato che dopo 12 settimane di allenamento si è verificato un incremento medio del 13-30% della forza isometrica del quadricipite, del bicipite femorale e della potenza degli arti inferiori. Il decremento della potenza è più evidente dopo i 50 anni ed interessa maggiormente gli uomini rispetto alle donne: questo non a causa delle variazioni di ATP o della sezione traversa del muscolo, ma piuttosto dall'alterazione di altre funzioni quali il reclutamento massimo delle unità motorie e la degenerazione degli alfa-motoneuroni.
I benefici derivati da una costante attività fisica nella terza età migliorano una serie di organi e di funzioni fisiologiche, in particolar modo quelle dell'apparato locomotore, cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso. Analizziamo più specificatamente questi benefici:

Apparato locomotore
Ossa: maggiore resistenza per l'aumentata mineralizzazione e un maggiore sviluppo in spessore. Questo processo è favorito dalle trazioni esercitate durante i movimenti, che influenzano positivamente il rapporto tra osteociti e osteoblasti;
Muscoli: aumenta sia il tono che la massa muscolare, con conseguente miglioramento della forza muscolare e a cascata anche della velocità e della resistenza;
Articolazioni: l'allenamento in genere produce effetti positivi, rendendo il movimento più fluido e funzionale. Tale effetto si ripercuote positivamente sulla coordinazione e sul controllo dei movimenti.
Apparato cardiocircolatorio
Sono stati registrati effetti positivi per quel che riguarda l'aumento della gittata sistolica, l'aumento della portata cardiaca, l'aumento dei capillari cardiaci e muscolari, la riduzione della frequenza cardiaca a riposo e la riduzione del tempo di recupero dopo lo sforzo.
Apparato respiratorio
Potenziamento del diaframma e degli altri muscoli respiratori, diminuzione della frequenza respiratoria (gli atti respiratori sono più profondi), aumento della capacità vitale.
Sistema nervoso
Maggiore sensibilità sui neuroni centrali e periferici con conseguente miglioramento della posizione del corpo nello spazio; aumento della velocità di conduzione dell'impulso nervoso sulla placca motrice; diminuzione dei tempi di reazione; maggiore sincronizzazione delle fibre muscolari.
Concludendo possiamo affermare come l'attività fisica sia l'antagonista principale di qualsiasi forma di invecchiamento. Muoversi, attraverso un'adeguata programmazione, significa ritardare l'inefficienza, riuscire a conservare una buona immagine di sé, sfruttare al meglio le proprie capacità.
Da non dimenticare, infine, gli effetti benefici sulla sfera psichica con miglioramenti sulla capacità di autocontrollo, concentrazione, capacità volitiva e di rilassamento.

Da uno studio di Fabrizio Felici


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