lunedì 19 gennaio 2015

IL VUOTO MENTALE, IL MIGLIOR ANTISTRESS



Quando sei intossicato da troppi pensieri che producono stress, concediti momenti di “dolce far niente”: ti rinnovi e senti di nuovo il piacere di vivere.
Otium: è una parola molto antica, usata moltissimo dai romani, tradotta nell’italiano “ozio”, “oziare”, popolarmente detto anche “dolce far niente”.

Fateci caso: è una parola che oggi non si usa più, perché indica un’attività che non trova più spazio nella nostra vita. Non tanto perché non ci sia effettivamente tempo – ce n’è poco, ma volendo lo si può trovare – ma perché i modelli nei quali siamo immersi l’hanno letteralmente rimossa.
La società
  • delliperproduttività,
  • dell’efficienza e
  • della prestazione
non prevede che una persona possa in qualche momento oziare e fa di tutto per impedire che ciò accada, trovando ogni modo per intrattenere e distrarre, meglio se spendendo anche dei soldi.

Il far niente è diventato tutt’altro che dolce: chi ogni tanto vi si ritrova si sente strano, quasi in colpa; la colpa di non essere attivo, impegnato, utile. Tanto che, quando si ha del tempo per “fare niente”, molti non ci riescono: è come se il nostro sistema nervoso non ne fosse più capace, o non lo sia mai stato, perché è cresciuto abituato a usare il tempo in modo finalizzato.

Perché l’ozio fa bene 

L’ozio è un bisogno fondamentale della nostra psiche.
  • Non coincide con l’avere un hobby,
  • non è ingannare la noia
  • non è riempire un vuoto.
Oziare significa sprofondare dolcemente nell’assenza
  • di impegno,
  • di scopi,
  • di fretta,
  • di forme definite di azione.
Più che “far niente”, dovremmo chiamarlo: “fare IL niente”, cioè sostare in una sorta di vuoto mentale, liberi di vagare e spaziare.
Questo “non fare” è utilissimo al mantenimento della salute psicofisica.
Innanzitutto è un fattore fortemente riequilibrante: l’uscita dall’azione finalizzata “resetta” il sistema nervoso, è una pausa utile alla messa a fuoco di eventuali eccessi o carenze. Al contempo, riducendo di molto il consumo energetico, facilita i processi di rigenerazione sia a livello fisico che mentale e rende fruttuosa la ripartenza.


Rinnova la personalità

Questi però sono solo i vantaggi più visibili. Non a caso si parla di “dolce” far niente: è la dolcezza l’elemento più importante.
Quando si vive il far niente non come conflitto o colpa, ma come vero piacere, diventa una forma di libido, cioè un momento nel quale la nostra energia profonda riesce a liberarsi.
Sospese tutte le attività finalizzate, rimane il puro piacere del sentirsi esistere, o semplicemente del sentirsi: un’esperienza fondamentale, che apre le porte ad altri grandi benefici.
Il momentaneo “stallo” psicofisico, vissuto con dolcezza, può condurci a ragionamenti inediti (intuizioni, rielaborazioni, idee), determinanti per rinnovare la nostra personalità e per il dinamismo psichico.
Non va dimenticato poi che l’ozio riduce enormemente il nervosismo. Proprio perché la persona si concede di uscire da ogni impegno, non ha più bisogno di manifestare insofferenza o irritabilità e può affrontare tutto in modo piano e sereno.
Occorre ritrovare questa dimensione, pur in mezzo ai tanti impegni. Si tratta di una vera e propria rivoluzione. E non possiamo aspettare che la vita, la società, il lavoro, la famiglia e gli amici ci concedano, di comune accordo, dei momenti di tregua. Solo noi possiamo avere la volontà di riportare nella nostra vita quella dimensione che, in diversi casi, non viviamo più dai tempi dell’infanzia.

Libera il tempo

In automatico, spesso, tendi a occupare tutto il tempo libero. Ci sono centinaia di manuali fatti apposta per sapere cosa farne. Invece, per ritrovare il dolce far niente non esistono guide. Non chiederti: “Cosa farò?” ma arrivaci senza programmi. Il dolce ozio accade, non può essere calcolato.


Difendi i tuoi spazi

Il mondo intorno a te pretende che tu faccia qualcosa a tutti i costi, che tu sia attivo e produttivo. Il “vuoto” va difeso dalle interferenze, dalle richieste che arrivano a getto continuo, ma anche dal senso di colpa che arriva da dentro. Il tempo libero, insomma, deve essere liberato e difeso.

Assapora il momento

Non chiederti, nel mezzo di un momento di vuoto, che cosa avresti potuto fare e non hai fatto. Piuttosto assapora quei momenti proprio come se fossero una vera attività, piacevole per giunta. La mente deve imparare a collegare il “tempo inutile” al piacere, alla rigenerazione.

Sei piccoli trucchi per placare la mente

  • Dedicati a piccole cose futili come girovagare o curiosare.
  • Fai una chiacchierata rilassata, senza alcun impegno.
  • Ascolta i rumori dell’ambiente, guarda gli altri che fanno cose.
  • Stai su una panchina, davanti a un panorama.
  • Osserva un animale a tua scelta (vanno bene a che gli insetti…) che fanno la loro vita.
  • Fai un bagno per puro relax.

domenica 28 dicembre 2014

I Buoni propositi per il 2015

Per il 2015 a meno che tu non sia fortemente motivato a perdere peso, come ogni gennaio, è probabile che il buon proposito di "mettersi a dieta" tempo qualche giorno ci avrai già rinunciato. Non sarebbe  meglio puntare a obiettivi più elementari, facili da mettere in pratica e soprattutto low cost?

DORMI DI PIÙ
Credi che essere super produttivo giorno e notte ti renda cool? Sbagliato: fare le ore piccole e dedicare poco tempo al sonno (magari sentendoti pure in colpa quando ti addormenti) non migliorerà la tua vita. Anzi. Nell'immediato ti troverai senza energie e sempre lì a sbadigliare, ma anche a lungo termine potranno esserci conseguenze. L'assenza di un adaguato riposo infatti compromette memoria, linea e resistenza allo stress.  



USA I TUOI GIORNI DI FERIE
Sfrutta ferie, ponti o weekend che hai a disposizione per staccare dal tran tran quotidiano. Un consiglio? Pianifica i tuoi momenti di vacanza fin da subito: secondo uno studio olandese, è più rilassante programmarli che farli.


VAI IN BICI UNA VOLTA A SETTIMANA

Alemeno un giorno alla settimana lascia a casa la macchina e vai in bici o a piedi. Oppure prendi i mezzi e scendi una fermata prima o parcheggia lontano... Insomma, l'importante è muoversi!








NON BERE BIBITE ZUCCHERATE

Alle bibite colorate e gasate, zuccherate o light che siano, preferisci l'acqua: costa meno, non ha calorie e disseta di più. 


NON ABBUFFARTI DI SNACK

Evita di mangiare merendine o patatine per noia: non fanno bene né alla salute né al portafogli. E se proprio hai fame, buttati su un frutto o su uno yogurt.





RESPIRA A FONDO
Sembra banale ma non lo è: respirare è l'arma più semplice (e meno costosa) che abbiamo a disposizione per allontanare lo stress. 


FAI 10 MINUTI DI YOGA AL GIORNO
Lo yoga è un tocca sana per il corpo e per lo spirito. Bastano pochi minuti al giorno per sentirne i benefici: puoi farlo anche a casa tua, magari facendoti aiutare da dvd o dai programmi per consolle. 

FAI QUALCOSA PER TE
Una volta a settimana, sii egoista: ritagliati un po' di tempo per fare qualcosa per te. Perché ti piace, non perché devi. Leggi un libro, fai una passeggiata, guarda le vecchie foto: è gratis e fa bene all'umore.

Buon Natale e Felice 2015!





giovedì 23 ottobre 2014

Dislessia nei bambini: Cosa fare



Guida per Genitori ed Insegnanti.
Sempre più frequentemente nella nostra attività ambulatoriale ci troviamo di fronte a famiglie a cui vengono prospettati dalla scuola problemi di apprendimento dei loro bambini.
Purtroppo accade ancora che le segnalazioni avvengano negli ultimi anni delle scuole elementari o addirittura in prima media quando ormai il divario con i livelli di apprendimento dei compagni di classe viene reso evidente dalla maggiore complessità dei compiti e delle materie di studio.Mi è capitato di incontrare bambini che hanno mascherato a lungo le loro difficoltà perché seguiti nello studio da famiglie molto presenti e molto motivate; il grande impegno e le numerose ore di studio in più rispetto ai compagni riescono a mascherare queste difficoltà fino a quando la complessità delle materie da apprendere arriva a livelli non più sostenibili dall’eccesso di impegno e dalla volontà di restare al passo degli altri.
In altri casi alle difficoltà di apprendimento si sommano problemi comportamentali che subentrano come reazione ad una situazione di disagio e di rifiuto verso attività nelle quali si incontrano difficoltà insuperabili.
L’obbiettivo di questo articolo è di fornire un supporto per il riconoscimento precoce di queste difficoltà a genitori ed insegnanti e fare in modo che questi bambini vengano messi il più presto possibile nelle condizioni migliori per far fronte a un ostacolo importante a cui la vita li ha messi di fronte.

Cos’è la dislessia e come si manifesta
La dislessia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) che riguarda la capacità di leggere in modo corretto e fluente. Si caratterizza come una marcata difficoltà a decodificare i testi scritti, operazione che per questi soggetti diventa molto complessa e porta ad una maggior facilità di errore, ad un maggior affaticamento e ad una maggior lentezza .
Questo disturbo specifico si evidenzia nonostante un’istruzione normale, intelligenza adeguata, integrità neurosensoriale e un’ambiente familiare e socio-culturale favorevole. Il disturbo permane anche dopo la fase di acquisizione iniziale delle abilità di lettura e scrittura ( primo ciclo elementare), caratterizzandosi come un difficile rapporto con i testi scritti in generale.
Il bambino con dislessia evolutiva può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando molte delle sue risorse attentive e delle sue energie mentali, poiché non può farlo in modo completamente automatico come gli altri soggetti, di conseguenza si stanca molto, commette errori, rimane indietro rispetto ai propri compagni e ha poche energie attentive da spendere per la comprensione.
E’ come se i dislessici vedessero sempre le parole per la prima volta e pertanto fossero costretti a procedere tramite una lettura lettera per lettera senza automatizzazione del riconoscimento visivo. Questo causa un gran dispendio di energia e di conseguenza fa in modo che, se le prime righe di un testo scritto vengono lette correttamente, con il proseguire della lettura vengono commessi molti errori.


Errori caratteristici di lettura e scrittura
  • Inversione di lettere e numeri (al invece di la, 51 al posto di 15)
  • Sostituzione di suoni vicini come m/n (mano al posto di nano), f/v (foce al posto di voce), t/d (tue al posto di due), s/z (sara al posto di zara), c/g (care al posto di gare), c/g (ciro al posto di giro), p/b (palla al posto di balla)
  • Sostituzione di suoni scritti in modo simile come m/n dove la differenza è solo una gambetta (muovo al posto di nuovo), n/u dove la lettera è ribaltata (nova al posto di uova), p/q/d/b (quove al posto di dove, paro invece di baro, dalla al posto di palla)
  • A volte difficoltà ad imparare informazioni in sequenza come le tabelline, i giorni della settimana, i mesi dell’anno, le stagioni, le lettere dell’alfabeto
  • A volte difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che si pensa in modo chiaro e corretto
  • A volte difficoltà di coordinazione oculo-motoria come allacciarsi le scarpe, ripassare una figura andando sopra le linee, lanciare freccette verso un bersaglio o la palla nel canestro
  • A volte difficoltà nel calcolo
  • A volte difficoltà di attenzione e concentrazione
  • Difficoltà di comprensione del testo scritto

Indicatori: campanelli d’allarme da cogliere il più presto possibile per garantire un aiuto tempestivo.
Indicatori Prescolari
  • Sviluppo ritardato, rispetto a quanto atteso, del linguaggio (molti bambini già nei primi anni di vita manifestano difficoltà nell’uso o nella comprensione del linguaggio)
  • Difficoltà nel ricordare la definizione di oggetti comuni (tavolo, sedia, divano)
  • Difficoltà ad imparare rime o parole con assonanze (filastrocche)
  • Difficoltà nella costruzione della frase, articolazione di frasi confuse
  • Difficoltà nel vestirsi e nel mettersi le scarpe in modo corretto
  • Piacere nel sentir leggere ma senza segni di interesse verso la lettura
  • Tendenza ad essere disattenti, a non ascoltare
  • Tendenza all’irruenza, ad inciampare, urtare, cadere facilmente
  • Difficoltà nell’uso della palla : nel prenderla, lanciarla o farla rimbalzare
  • Difficoltà nel battere le mani ad un ritmo semplice
Alcune di queste difficoltà sono presenti in bambini che non saranno affatto dislessici , la presenza associata di alcune di esse deve solo indurre ad una maggiore attenzione e ad una osservazione serena ma accurata.


Indicatori nella scuola elementare
  • Particolari difficoltà di lettura o compitazione (spelling)
  • Mettere lettere e numeri nell’ordine sbagliato
  • Difficoltà ad imparare alfabeto, tabelline, formule
  • Omettere lettere nelle parole o metterle nell’ordine sbagliato
  • Confondere la b con la d, la p con q
  • Necessità dell’uso delle dita o di segni sulla carta per eseguire calcoli semplici
  • Bassa capacità di concentrazione
  • Problemi nel capire quello che si legge o si scrive
  • Impiego di un tempo superiore alla media per i compiti scritti
  • Problemi quando viene richiesto un ritmo elevato nel parlare
  • Difficoltà nell’allacciarsi le scarpe, nel vestirsi
  • Difficoltà nell’indicare destra sinistra, i giorni della settimana, i mesi
  • Scarso senso dell’orientamento
  • Basso livello di autostima e cattiva immagine di sé
Indicatori nelle scuole medie: quelli delle elementari più
  • Leggere male ad alta voce, lentezza e difficoltà a comprendere il significato di quello che si legge
  • Necessità di far ripetere più volte la sequenza delle istruzioni (ad esempio indicazioni stradali) o dei numeri telefonici
  • Tendenza a confondere orari, date e luoghi
  • Difficoltà nella pianificazione e composizione di un testo scritto
  • Difficoltà ad usare un linguaggio specifico e complesso parlando velocemente
  • Problemi nella memoria a breve termine, ottima quella a lungo termine
  • Bassa autostima, poca fiducia in sé stessi , spesso presente passione per l’arte, le costruzioni e lo sport. Abilità nel mettere in pratica le idee
Ci sono alcuni segni persistenti nella dislessia che possono comparire nell’infanzia ed essere ancora presenti nell’età adulta:
  • Confusione fra parole che indicano direzioni, ad esempio dentro/fuori su/giù, destra/sinistra.
  • Difficoltà nelle sequenze, ad esempio sequenza dei giorni della settimana, dei mesi, dei numeri.
  • Cambiamenti nel tono dell’umore da un giorno all’altro senza motivo

Come si può aiutare il bambino dislessico
Indubbiamente il primo passo per un decorso favorevole del disturbo di lettura è la diagnosi precoce ; anche se secondo il protocollo attualmente in uso la diagnosi di dislessia si può porre solo alla fine della seconda elementare sarebbe auspicabile fare molta attenzione agli indicatori di dislessia anche durante la scuola materna e i primissimi anni della scuola elementare in modo da poter effettuare opportune segnalazioni.
Sarebbe auspicabile una stretta alleanza fra genitori, insegnanti ed esperti del settore . Il bambino va aiutato a prendere consapevolezza delle sue difficoltà e del suo differente funzionamento intellettivo . Occorre conoscere e accettare queste differenze ponendo le basi per trovare strategie alternative adatte a poter affrontare gli impegni scolastici.
  • Credere nell’alunno, nel suo successo formativo, capirlo e sostenerlo nei suoi sforzi, gratificarlo rompendo il circolo vizioso della caduta dell’autostima e offrendogli sfide cognitive che è in grado di vincere
  • Ridurre il suo disagio concedendogli tempi più lunghi per svolgere i compiti, elaborare le domande e le relative risposte
  • Utilizzare strumenti informatici dotati di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale
  • Utilizzare strumenti informatici come CD Rom interattivi per migliorare le capacità lessiche e ridurre il danno causato dal disturbo specifico
  • Utilizzare la calcolatrice
Cosa possono fare genitori ed insegnanti
La prima cosa, la più importante, per i genitori è l’accettazione che i loro figli soffrano di questo disturbo, solo dopo aver fatto questo sarà possibile recuperare una positività che permetterà di conviverci il più serenamente possibile e di elaborare corrette strategie di supporto.
Essere positivi, consapevoli, pazienti, perseveranti e pratici sono le qualità che vengono richieste a genitori ed insegnanti
Suggerimenti utili ( dal sito Associazione Italiana Dislessia)
  • Informarsi il più possibile sul disturbo specifico
  • Cercare una valutazione diagnostica appropriata
  • Discutere il problema in una riunione congiunta dei genitori con tutti gli insegnanti
  • Cercare strategie di aiuto per le attività scolastiche
  • Intervenire adeguatamente nell’aiuto a casa
  • Favorire le abilità specifiche che possono essere sviluppate normalmente (es: apprendimento orale delle lingue straniere)
  • Supplire la lettura con altre fonti di informazione (cassette video e audio, CD rom, giochi didattici da tavolo, figure, schemi, mappe cognitive)
  • Cercare di dialogare continuamente per coordinare gli interventi della famiglia, della scuola e degli operatori sanitari
  • Decidere insieme se  e in quale misura dispensare dispensare lo studente da alcuni compiti ( lettura a voce alta, scrittura veloce sotto dettatura, lettura individuale della consegna dei compiti scolastici, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline…)
  • Cercare di concedere tempi più lunghi per le prove scritte, per lo studio e l’esecuzione dei compiti scolastici
  • Permettere allo studente l’uso della calcolatrice del computer dotato di videoscrittura con correttore ortografico meglio ancora con sintetizzatore vocale, del registratore o di altri ausili quali cartine geografiche e storiche, tabelle di ogni tipo, schemi e mappe cognitive, tavola pitagorica e delle varie formule
  • Cercare di chiarire ai compagni di classe il diverso funzionamento cognitivo dell’alunno dislessico, motivando quindi l’utilizzo dei sussidi e l’adozione di alcuni accorgimenti in favore dello stesso
  • Decidere insieme se e in quale misura assegnare meno compiti da svolgere a casa
  • Utilizzare libri di testo con ridotto utilizzo di parti solo scritte a favore di pagine ricche di immagini, schemi, mappe cognitive
  • Utilizzazione di cassette audio e video registrate per i vari argomenti di studio e ingrandimento delle consegne o delle parti di testo scritte in piccolo
  • Organizzazione di interrogazioni programmate per tempo su argomenti di studio ben definiti














La progettazione e gestione di servizi socio-educativi e di aggregazione, rivolti soprattutto a minori e giovani, e' uno dei capisaldi della cooperativa.

Nelle attivita' educative Progetto Famiglia lavora secondo una prospettiva che tende a prevenire/ contrastare il disagio e a promuovere l'agio con l'obiettivo fondamentale di favorire l'autonomia e il benessere dei bambini e dei ragazzi attraverso varie tipologie di strumenti.

Offriamo una molteplicita' di servizi attraverso un gruppo di professionisti ( educatori, psicologi, animatori, pedagogisti, oss...) che operano stabilmente in gruppo per garantire un approccio multi professionale ed integrato nei diversi interventi, consentire il confronto e favorire la ricerca costante di nuove metodologie.
Le tipologie di attivita' socio-educative di Progetto Famiglia possono essere cosi' sintetizzate:




ATTIVITA' INTEGRATIVE POMERIDIANE

E' un momento scolastico in cui vengono proposti laboratori, giochi e attivita' varie. E' previsto anche un rinforzo didattico che si concretizza nell'aiuto allo svolgimento dei compiti scolastici.

CENTRI RICREATIVI ESTIVI

Un servizio rivolto ai minori dai 3 ai 14 anni per una "allegra vacanza" nel contesto urbano della propria citta'. Un'importante esperienza formativa dove convivono divertimento, socialita', amicizia, stimoli alla creativita' ed all'autonomia. Grandi giochi, divertenti laboratori creativi e di manipolazione, appassionanti gite in parchi di divertimento ed escursioni sul territorio, piacevoli giornate in piscina e avventurosi soggiorni trekking in localita' alpine completeranno un'appassionante vacanza ricca di fascino e di emozioni.

BABY PARKING / MICRONIDO

Per rispondere ai bisogni dei bambini di eta' compresa tra i 6 mesi e i 3 anni svolgiamo un servizio di assistenza e di animazione con attivita' ludiche e manipolative all'interno di strutture pubbliche e private.

SPAZIO BIMBI

Aree e spazi strutturati con giochi, video, animazioni all'interno di Centri Commerciali e Aziende come servizio di assistenza a minori in supporto ai clienti.

SERVIZIO DI ASSISTENZA NELLE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE

Servizio strutturato per minori portatori di handicap o in situazioni di difficolta' e disagio. Il nostro servizio prevede di aiutare, stimolare ed arricchire il percorso evolutivo dei singoli casi. Vengono cosi' studiati e stesi programmi mirati per raggiungere gli obiettivi prefissati: autonomia ed integrazione.




mercoledì 24 settembre 2014

Imprenditorialità Femminile e Franchising



Oltre 20mila donne in Italia hanno deciso di mettersi in proprio aprendo un negozio in franchising.
Una svolta rosa per il settore, che vede salire sempre di più la percentuale di donne nel settore.
Diventare imprenditore non è una scelta semplice, ma diventa quasi una necessità visti i dati sull’occupazione femminile, secondo cui solo il 44% delle italiane ha un’occupazione.

Per questo, le doti imprenditoriali femminili vengono sempre più investite sul settore del franchising. Dalle doti organizzative eccezionali all’attenzione ai dettagli, da una chiara visione d’insieme che definisce le priorità a una migliore capacità di adattamento: queste sono solo alcune delle caratteristiche tipicamente femminili che permettono alle imprenditrici di avere un enorme successo del franchising. La capacità di fare rete e una spiccata propensione alla comunicazione ed al contatto col pubblico poi, fanno il resto.




Le donne sono più attente e riflessive, e pongono particolare attenzione nella fase pre-affiliazione, cercando di conoscere quanti più dettagli possibili sul contratto che si va a stipulare. Nella fase successiva invece, intraprendenza e spirito di iniziativa sono attitudini innate che appartengono, quasi esclusivamente, all’altra metà del cielo. Il comparto franchising dunque può trarre benefici enormi da questa tendenza, dato che sono sempre di più le donne che decidono di aprire un’attività utilizzando il particolare contratto del franchising.



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Progetto Famiglia Network offre la possibilita' di operare in franchising a tutti coloro che sono interessati a svolgere attivita' nel campo di:

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Aprire un Centro Progetto Famiglia Network significa entrare a far parte di un mercato in forte crescita nei Servizi alla Persona e diventare un importante punto di riferimento nella realta' socio-assistenziale privata e pubblica.

Non e' richiesta una precedente esperienza nel settore, in quanto siamo noi come casa madre a preoccuparci di formare il proprio affiliato con corsi di formazione e addestramento teorico.

Ma non e' tutto!

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sabato 23 agosto 2014

La solitudine danneggia gravemente la salute

Terza età, la
solitudine danneggia
gravemente la salute

L'effetto è talmente importante da aumentare il rischio di morire prematuramente

 Durante la terza età la solitudine danneggia la salute ancora più delle ristrettezze economiche o dell'obesità. A portare l'attenzione sull'argomento è lo psicologo John Cacioppo, che durante il congresso annuale dell'American Asociation for the Advancement of Science ha presentato i risultati delle ricerche condotte con i suoi colleghi all'Università di Chicago, spiegando che il senso di isolamento aumenta del 14% il rischio di morire prematuramente, un impatto circa doppio rispetto a quello dell'obesità e non molto diverso da quello delle difficoltà finanziare, che aumentano tale rischio del 19%.

Cacioppo e colleghi hanno analizzato il fenomeno concentrandosi sull'effetto di relazioni interpersonali soddisfacenti sullo sviluppo della resilienza, ossia della capacità di superare le difficoltà e di uscirne in qualche modo fortificati. Dalle analisi condotte è apparso chiaro il legame tra la solitudine e l'aumento di problemi del sonno, della pressione sanguigna, dei livelli del cortisolo – l'ormone dello stress - al risveglio e dei sintomi della depressione. Non solo, i ricercatori hanno scoperto che la solitudine altera l'espressione dei geni nelle cellule del sistema immunitario e compromette il benessere generale degli anziani.

Il problema è accentuato in presenza di alcuni disturbi tipicamente associati all'invecchiamento, come la perdita della vista o dell'udito. L'effetto, invece, non dipende dal fatto di vivere o meno da soli. Infatti quando gli anziani che vivono soli mantengono relazioni sociali e si godono la compagnia di familiari e amici il senso di solitudine può venire facilmente meno. Per questo è fondamentale continuare a mantenere vive le relazioni interpersonali anche durante la terza età: rimanere in contatto con i propri ex colleghi anche dopo il pensionamento, continuare a partecipare alle tradizioni di famiglia e condividere parte del proprio tempo con familiari ed amici sono buone strategie per evitare quel senso di solitudine che potrebbe rivelarsi fatale.

Sappiamo quanto e' difficile dedicare tempo ai propri famigliari, specie se anziani e bisognosi di aiuto.


Progetto Famiglia Network offre il servizio di Assistenza Domiciliare ad Anziani e a chi necessita di un supporto , 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno, garantendo il servizio in brevissimo tempo e con personale altamente qualificato.

L'obiettivo e' quello di evitare alla persona anziana l'allontanamento dalla propria casa e dai propri affetti, avvalendosi di personale preparato per affrontare insieme la quotidianita', aiutando a recuperare il benessere psico-fisico del paziente.

I nostri operatori sono di supporto per qualsiasi bisogno si renda necessario, un emergenza, per poche ore, occasionalmente o per servizi continuativi e per lunghi periodi.

Siamo consapevoli che un assistenza protratta nel tempo puo' essere costosa, pertanto eroghiamo servizi di qualita' a prezzi accessibili.






Disponete gia' di una badante convivente ma desiderate che venga sostituita nei giorni di riposo o aiutata in alcuni momenti del giorno?

Progetto Famiglia Network risponde perfettamente alle vostre esigenze!

Grazie alla flessibilita' dei nostri servizi, possiamo affiancare in alcuni momenti la vostra badante con una nostra operatrice, in modo da aiutarla ad effettuare quelle operazioni che da sola non riuscirebbe ad affrontare, come ad esempio l'igiene personale, l'alzata e la messa a letto.
In caso di assenza invece per riposo settimanale, ferie o malattia, risolviamo tranquillamente il vostro problema.





Per qualsiasi necessita' di tipo infermieristico, Progetto Famiglia Network, eroghera' il servizio direttamente al vostro domicilio per qualsiasi tipo di richiesta, sia esso un ciclo di cure o un emergenza, quali ad esempio:

v Iniezioni
v Flebo
v Clisteri
v Medicazioni
v Esami del sangue
v Misurazione pressione

lunedì 18 agosto 2014

Riscopriamo i giochi "antichi"

I giochi antichi: l'estate è il periodo giusto per riviverli insieme ai bambini

I piccoli nativi digitali sanno tutto su computer e tablet ma non hanno mai giocato a nascondino e mosca cieca


Li vediamo ogni giorno: tablet, console, smartphone in mano a giocare, scaricare, messaggiare e divertirsi. Ma quanto è reale questo divertimento? I bambini possono avere un metro di giudizio quando, confrontando diversi tipi di gioco, riescono a stabilire qual è davvero il più divertente (per loro). Ma se il raggio d’azione del loro divertimento abbraccia solo la tecnologia, come fanno i bambini a sapere se può esistere qualcosa che li divertirebbe di più dandogli anche la possibilità di socializzare?
 
Foto 7
Basta andare un po’ indietro con la memoria e pensare ai pomeriggi di quei bambini che oggi sono genitori; come sarebbero stati senza mosca cieca, il gioco dei quattro cantoni, la palla prigioniera, la campana, della palla a battimuro, ecc.?

Senza questi giochi ci sarebbero state giornate tristi e noiose, bambini senza fantasia e più goffi, meno agili, più statici, senza capacità creative (il gioco del telefono fatto con i bicchieri di plastica ne è un esempio) e senza nozioni di regole, rispetto degli altri, confronto, gioco di squadra. Sono tanti gli studiosi che hanno individuato nel gioco e nelle attività ludiche, dei momenti insostituibili per la crescita sana e armonica del bambino.

All’inizio del 900, Cross, sostenne che il gioco non è altro che una sorta di esercizio utilizzato per sviluppare delle attività motorie e mentali dell’individuo; inoltre giocare consente al bambino di comprendere la realtà interna e quella a lui esterna (mondo dal quale è ancora escluso) e questo gli permette un buon adattamento in quanto acquisisce con costanza nuove competenze.

Approfittando dell’estate, delle belle giornate, dell’assenza di impegni scolastici ed extrascolastici, i bambini possono riavvicinarsi a quei giochi antichi che consentivano di sviluppare socialità, fantasia e creatività.
Eccone alcuni.

Mondo, Quadrato o Campana- Tracciare sulla terra battuta un quadrato diviso in sei parti uguali in cui si lancia un sasso piatto. Lo si deve raggiungere saltando su una gamba sola ed evitando di toccare la riga tracciata.

Al telefono - Si prende un rocchetto di filo e due barattoli da forare. Poi si fa passare il filo in uno dei due fori e lo si annoda a una estremità. Un giocatore si posiziona in un punto con latta e filo legato, l'altro si sposta fin dove giunge la voce e si comincia a parlare.

La Cavallina - Un gioco di squadra: gli appartenenti alla prima si mettono in fila con la schiena piegata, gli altri devono saltarvi sopra finché non sono stanchi. Chi sta sotto, e resiste, vince la mano e cambia ruolo; se il peso è troppo, rimane a schiena piegata a prendere una nuova serie di colpi.

Ferro di cavallo - Si pianta per terra un chiodo robusto e ci si allontana di qualche passo. Poi si lancia un ferro di cavallo cercando di avvicinarsi il più possibile al punto prefissato.

La povera cieca - Ci si mette in cerchio prendendosi per mano; al centro c'è una bambina con gli occhi bendati. Si canta una filastrocca che dice: "La povera cieca caduta nel fosso, morire non posso. Tiratemi su!" A questo punto qualcuno stringe la mano alla "cieca" che deve indovinare di chi si tratta.

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